Il cinema multisale Arcadia si trova a Melzo. La sala Energia ha lo schermo più grande d'Europa e l'hanno scorso ha preso il premio come miglior sala europea con la tecnologia più avanzata. Sono entrato dentro sabato scorso per vedere il colossal Dunkirk. Questo tipo di film preferisco vedere in un sale cinematografica perché perde tanto se si vede al televisore. L'inizio era previsto alle 17:30. Di solito sparano prima una marea di pubblicità che non sopporto. Il prezzo dei biglietti è alto e devo subire anche un lavaggio del cervello. Questo volta hanno dato soltanto l'anteprima di alcuni film in arrivo e questo mi sta bene, come informazione. Sottolineo che il biglietto questa volta era di 12 euro perché la proiezione era in 70 mm, una pellicola che offre una maggiore qualità. Sono bravi a sfilarci i soldi dalla tasca, ma almeno passo 2 ore godendomi un bel film.
Dopo 20 minuti stavo pensando di abbandonare la sala. Il film era noioso ma era il suono che mi dava fastidio. Una nuova tecnologia Dolby con i bassi particolarmente accentuati. Vibrava tutto in una cacofonia disordinata e violenta. Ho letto che alcuni hanno apprezzato tanto la musica. Ma quale musica? Io ho sentito soltanto rumori, infinite esplosioni e le note disarmoniche. Forse a qualcuno piace, ma io quasi volevo abbandonare. Alla fine sono riuscito a convincermi di rimanere. Maliziosamente già sapevo che ci sarà tanto materiale per una bella critica negativa. Il tema è un evento dall'inizio della Seconda Guerra mondiale quando i tedeschi hanno intrappolato 400 mila soldati francesi ed inglesi. Questi aspettavano disperatamente le navi che gli porteranno oltre la Manica, nella Gran Bretagna. Ma le navi non arrivavano. Alla fine sono stati evacuati con le barche piccole dei cittadini inglesi che si sono lasciati attirare in quest'avventura.
Come si fa un film su questo tema. Ho racconti le cose come sono andate o affronti una o più storie personali che in modo indiretto fanno capire cos'è successo, insieme alle sofferenze dei personaggi raccontati. Il regista ha apparentemente scelto la seconda modalità. Apparentemente, perché la storia vera non c'è. Si susseguono le immagini dei bombardamenti, delle navi che affondano e delle battaglie aeree. Delle persone si vedono poche e le loro storie non sono per niente coinvolgenti. La maggior esposizione è data h un soldato inglese. All'inizio tutti i soldati inglesi sono schierati in modo ordinato, come la disciplina militare richiede, sulla spiaggia aspettando le navi. Lui invece sembra un disertore, gira tra gli altri soldati e alla fine prova a imbarcarsi su un flottante della croce rossa, in modo fraudolente. Proprio non si capisce chi è e cosa fa. L'unica distinzione farei con il capitano inglese, suo figlio ed amico di suo figlio che con una barca partono dall'Inghilterra per salvare i soldati. Anche il personaggio del pilota di uno Spitfire. Partono in tre e ogni tanto uno viene abbattuto, ma lui è sempre là, eroe in primo piano.
Alla fine attere su una spiaggi, perché è rimasto senza carburante (almeno 15 minuti prima di atterraggio), e la lo catturano i soldati nemici. Nel film non si menziona mai che sono i nemici, cioè non si pronuncia mai la parola "tedeschi". Meno male che la durata è relativamente limitata; un'ora e mezza, se no mi veniva urticaria. Accesesi le luci della sala, ascoltavo un po' cosa dice il pubblico e ho visto i vari umori: ad alcuni è piacito ad altri no. Lo stesso è anche con il popolo Internet. Su IMBD il film ha un voto elevatissimo, 8,4 di 10, ma tra i commenti si trovano anche le critiche molto aspre ed argomentate. Molte delle argomentazioni condivido in pieno. Si tratta di un film che vuole stupire con le immagini, con il suono e con le scene crude di sofferenza, ma non va oltre.
Allora, l'arte cinematografica è come tutte le arti soggetto alle valutazioni varie. Non è un ramo della scienza che si può valutare in modo matematico. Mi rendo conto che sono in minoranza, ma sono convinto che questa pellicola non si merita tutta quella attenzione alla quale è sottoposta. Una buona parte di alcune clamorose dichiarazioni, come per esempio che si tratta di un capolavoro, sono dovute al fatto che con gli incassi occorre coprire le enormi spese che il film ha richiesto per la sua produzione. Si parla di un importo superiore ad un miliardo di euro. Soldi buttati in vano. Negli ultimi tempi le produzioni si basano sempre di più sull'azione, sugli effetti visivi e audio che sulle storie da raccontare. I tempi sono così.
Le nuove generazioni non riescono ad essere concentrate su una scena più di 10 secondi e per questo che si è velocizzato tutto, le nostre vite incluse. Perché a qualcuno piace così, alle grande fratello che ci osserva e controlla. Perché quando tutto si svolge molto speditamente non c'è tempo per pensare, per riflettere sul senso. Ma c'è qualcun altro che ha ragionato già e ha trovato i sensi che dobbiamo seguire noi. Gli artisti spesso si mettono in funzione di questo concetto. Mi piacerebbe capire se lo fanno a posta anche loro si trovano nella stessa trappola senza accorgersene.