giovedì, novembre 26, 2020

Egoismo

 Il fatto è che, visto che il lavoro in ufficio per me praticamente non esiste più, il titolo di blog non ha più senso, o quasi. L'ufficio è a casa, perciò diventa una cosa strana e curiosa fare qualcosa dopo, visto che sei nello stesso posto prima e dopo. Sì, sono un po' confuso: ammetto umilmente. Sono le 7 di sera. Normalmente a quest'ora faccio le cose diverse, cioè normalmente riposo, senza intraprendere le altre attività. Ma oggi mi sento un poco nervoso e non riesco a risalire al motivo. Pertanto mi sono detto: siediti e scrivi qualcosa: forse ti rilassa e può darsi che esce fuori anche qualcosa di buono. Sai, l'umore è importante in quanto può dare l'ispirazione che è tutto per la creazione. Ed eccomi qui. Ho iniziato, dopo mi sono fermato un attimo e ho acceso il televisore. Volevo veder se la curva dei contagi scende e ci diminuisce quella pressione psicologica alla quale siamo esposti, da un bel po' di mesi. Ma la notizia del giorno è la morte di Diego Armando Maradona. Ho girato tutti i canali che danno le notizie 24 ore al giorno, ma dappertutto è uguale. Si parla soltanto di lui.


Va bene, dico anche io la mia. Sarà un po' contro tendenza, ma siamo in una rete libera dove ognuno, almeno per adesso, può dire la sua. Non voglio parlare di lui, ma di noi. La grande maggioranza è molto rattristata da questo evento. Lo vedevano come un idolo, come il miglior calciatore di tutti i tempi. Io non sono esperto calcistico e mi ricordo di tanti nomi grandi che potrebbero entrare nella competizione. Qualche giorno fa ho assistito ad un dibattito tra due famosi giornalisti sportivi che erano indecisi se quel titolo prestigioso assegnare a Pelé o a Maradona. Uno di loro due a fatto un'affermazione che condivido pienamente: io non sono sicuro chi era il migliore tra loro due, ma sono sicuro che Pelé era più elegante. L'eleganza intesa come stile di vita, modo di esistere, non quella del gioco stesso.

Isolati nella natura - un posto ideale per la quarantena
Ma questo che mi colpisce è l'idolatria verso una persona, molto discutibile se tutto guardiamo da un altro aspetto. In Italia si usa molto la parola i nostri valori. Se si fa un sondaggio tra la gente tra questi valori principali, finirebbe anche l'onestà. Ecco, questa virtù non è molto associabile al nostro eroe, anzi. Visti i suoi pregressi nel campo, in questo momento parlo soltanto di questo, tutti si ricorderanno i quarti di finale del Mondiale 1986, quando lui segno un gol irregolare contro l'Inghilterra, facendo passare il turno alla sua nazionale. La mano con la quale ha segnato il gol irregolare, ha chiamato "mano di Dio". Disonesto, egocentrico, prepotente ed anche blasfemo. Eppure tutti lo adorano. Dopo, finita la sua carriera sortiva, non ha dato un bel esempio ai nostri giovani, che volevano diventare i calciatori. Mi ricordo anche che non ha pagato un bel po' di tasse che doveva sborsare qui in Italia. Non è un grande esempio di una persona per bene, come si intende comunemente, ma guai si tocchi il mio idolo. La domanda è semplice: ma perché noi spesso adoriamo le persone che, guardando da un certo punto di vista, non meritano la nostra stima? Zaia direbbe: fattevi una ragione!


Saltiamoci sopra e cambiamo il tema. Parliamo della situazione sanitari attuale, oppure di quella economica. Non molti riescono e vedere il problema nel suo complesso, cioè che due cose non possono essere sfrontate separatamente. Andiamo su un'estremità, del tutto irrealistica, ma che aiuta a comprendere meglio il problema, e guardiamo tutto avendo una quantità illimitata dei soldi nelle casse dello stato. Uno direbbe che forse non è nemmeno tanto irrealistica perché lo stato stampa i soldi. Sì e no! Non entro qui in merito, ma i soldi che si stampano non sono realmente dello stato e dall'altra parte, tanti soldi nuovi provocherebbero in teoria anche l'inflazione. Sarebbe anche qualche altro modo, ma lasciamo perdere. Allora, i soldi non mancano, pertanto la pandemia la risolvo in un brevissimo tempo. Chiusura totale, di tutto quello che non è necessario per l'esistenza fisica; in specie di chiusura di questa primavera, più o meno. Il virus non si diffonde e tutti quelli  che soffrono perché non lavorano, prendono i soldi dallo stato. Due o tre mesi e siamo fuori dal tunnel. Qui ovviamente considero l'Italia del tutto isolata dal resto del mondo. Il problema sanitario è minimo e non ci sono problemi economici e sociali in quanto lo stato fornisce i soldi che servono. Bello!


Sappiamo che nemmeno quelli che sono meglio organizzati e più disciplinati di noi non possono fare questo. Questo punto di vista ci aiuta ad aprire di più gli occhi e comprendere meglio la situazione. Le regole non possono dettare gli scienziati, cioè i medici, ne imprenditori ed artigiani. Dove si ha una discordanza così grande tra due necessità primarie della società, per forza entra in gioco la politica. La politica è proprio mediazione tra le varie problematiche, dove la soluzione di una esplicita l'altra e vice versa. Chi è che fa la politica? I politici! Qui casca tutto. La nostra classe dirigenziale non riesce a svolgere il loro compito per le incapacità intrinseche. Loro sono come noi, cioè gli elettori che li eleggono. Tutti noi e loro siamo egoisti e pensiamo soltanto alle nostre esigenze ed eventualmente a quelle dei nostri più vicini. Degli altri ci importa molto poco. Ma senza altri, nemmeno noi possiamo esser felici e prima o poi ce ne accorgeremo.


sabato, maggio 16, 2020

Una birra memorabile

Oggi è sabato ed io normalmente posto nei giorno lavorativi, cioè dopo ufficio (a volte anche durante, ma non lo dite a nessuno). Non pensavo di scrivere qui oggi, ma un evento mi ha spinto a cambiare l'idea e di rompere l'abitudine. Mi sono alzato tardi stamattina; la notte prima ho dormito poco e male. C'era un nubifragio a Milano che mi ha tolto il sonno. I tuono erano fortissimi e io non riuscivo ad addormentarmi. Appena si tranquillizzava l'atmosfera e mi veniva il sonno, la tempesta ricominciava. Mi sono alzato alle 3 di mattina e mi sono detto: dai mangia qualcosa. A stomaco piene si addormenta più facilmente. Il problema è che quando parto a mangiare di notte, e mi capita di frequente, non riesco a fermarmi. Ho fatto fuori mezzo pacchetto dei biscottini e 2 tazze di latte freddo dal frigo. Lo so, è meglio scaldarlo, ma non avevo voglia di accender il gas a quel ora. Sono tornato a letto e alla fine mi sono addormentato con fatica. Visto che il giorno dopo, venerdì, mi dovevo alzare relativamente preso, per lavorare da casa (ma gli orari di ufficio li rispetto comunque, tutto il giorno mi sentivo parecchio stanco. Ecco la ragione per la quale stamattina mi sono alzato tardi; erano quasi le 11.

Il caffè, le notizie e un rilassamento sul divano. Arriva la mia moglie. Devo precisare che lei era in piedi dalle 8 e si era già stufata della giornata. Caro, diceva lei, andiamo a fare un giro a Idroscalo. Per quelli che non sono di Milano, è un lago artificiale, usato per l'atterraggio degli aerei, e che Milanesi chiamano Mare di Milano. Guardo fuori. C'è solo e tante nuvole, alcune piuttosto nere e minacciose. Non siamo usciti insieme da 2 mesi. Va bene cara, andiamo. Un po' prima del mezzogiorno eravamo là. Pagato il parcheggio, 3 euro, ci siamo diretti verso l'entrata. In questi tempi, è' abilitata una solo, per agevolare il controllo delle persone che entrano. All'entrata due poliziotti e dopo il tizio che misura la temperatura corporea. Siamo ammessi. Partiamo con il nostro giro. Mia moglie è evidentemente in uno stato di felicità. Caro, dopo due mesi stiamo facendo una passeggiata insieme; sono tanto felice. Subito all'inizio del nostro percorso c'è un bar ed è aperto. Divento felice anche io. Al ritorno ci prendiamo una birra qui, esclamo, ma con un leggero punto di domanda alla fine, una supplica. Lei mi guarda gentilmente e acconsente. Ma quanto poco ci vuole per acquisire un buon umore.

Rispetto ai tempi normali, la gente in giro è poca. Quasi tutti con le mascherine. La distanze sono abbondanti e la sicurezza è garantita. Il sole scalda, ma non troppo perché c'è un velo delle nuvole. Le condizioni ambientali sono perfette; non f troppo caldo ed il sole non brucia la mia testa calva. Con una certa piacevolezza le gambe si muovono, prima una dopo l'altra. Scopro che ci sono delle nuove sculture messe lungo il sentiero. Alcune sono carine, ma una è piuttosto brutta. Ci sono tante cose che chiamano arte e che non meritano questo attributo. Dopo mezz'ora abbiamo deciso che lo sforzo era sufficiente. Ci sediamo su una panchina. Mia moglie tira fuori due piccole focacce con le ulive. Quando siamo partiti, ci siamo fermati da un fornaio per comprare il pane e nella borsa sono finite anche queste due focaccine. Meglio mangiare qualcosa prima di bere. Bastano 4 morsi per farla finire, ma a me basta; ed è anche buona. Stiamo tornando ma con un sentiero parallelo, più a nord.

Una birra memorabile all’Idroscalo


Si sviluppa dentro un boschetto che ci garantisce un po' di ombra. Le nuvole si sono diradate ed il sole è diventato più forte. Trovare ogni tanto l'ombra di un albero è piacevole. Ci stiamo avvicinando al bar. Ancora un po'... Ci siamo! Una birra grande, per me, ed una piccola per lei. All'improvviso mi viene voglia di bere anche un caffè da bar. Lo prende anche lei. Ci servono caffè in bicchierini di carta, non nelle solite tazzine. Sono da asporto, ci spiegano. Va bene! Beviamo il caffè al banco e il personale (sono in 3) non protesta. Tanto si beve in un attimo. Ci prendiamo le nostre birre e ci allontaniamo. Non si possono usare le sedie del bar perché è contro il regolamento. In effetti, dovrei camminare e bere la birra. Non se ne parla. A pochi metri di distanza troviamo una struttura per il gioco dei bambini. Dietro ci sono anche due sedie. Ci accomodiamo. Sto per assaggiare la birra. Il bicchiere è di plastica, non di vetro, e questo mi toglie un po' di gusto, ma questa è la prima birra fuori casa dopo più di due mesi. Assaggio. Il liquido dorato scivola giù. Che piacere. Memorabile.

Chiedo a mia moglie di farmi una fotografia, per la memoria, per il ricordo. Così un giorno mi ricorderò che le piccole cose fanno la felicità. Ci ripetiamo tutti questo slogan, ma in effetti non lo comprendiamo molto, finché non arrivano i tempi duri. Finita la birra ci indirizziamo verso la macchina e torniamo a casa nostra. Dopo il pranzo un piccolo riposino con le immagini nella mia testa di una giornata felice, rilassata. Adesso sono qui, davanti alla testiera, premendo i tasti per onorare questo evento anche sul web. Forse qualcuno lo leggerà e condividerà le mie emozioni, legate ad un bicchiere di liquido a basso contenuto alcolico. Cin cin!