Ieri sono rimasto incollato davanti al televisore fino alle quasi tre di mattina per godermi lo spettacolo delle elezioni svoltesi ieri e l’altro ieri. Si è votato per i sindaci, per la provincia e per il rinnovo del parlamento europeo. Ho visto Porta a porta di Bruno Vespa, o forse meglio Vespone. Non mi sono annoiato perché le stupidaggini si sono dette tante e c’era anche qualche litigio in diretta: si sono presi Fassino e La Russa, e un esponente dei radicali con Vespa e più generalmente con la RAI.
Il risultato delle elezioni è che tutti hanno vinto come di solito succede. Si può anche comprendere perché tutti pensano già alla prossime e nessuno vuole ammettere di aver perso. Chi in effetti ha perso, ha vinto perché abbia fatto più voti rispetto alle precedenti europee, oppure ha vinto perché ha perso meno di quello che prevedevano i sondaggi. Davvero penoso, si trovano tutte le scuse del mondo per convincere gli altri, ma in effetti se stessi che le cose sono andate bene. Unici vincitori certi sono la Lega e l’Italia dei valori. Il fatto curioso è che sono due minori partiti che appartengono agli schieramenti diversi. La conclusione è abbastanza semplice, l’elettorato si è stufato delle solite frasi e vuole cambiare qualcosina (ho usto il diminutivo).
La Lega si è fatta vedere ultimamente tanto, tutti i provvedimenti del governo di una certa importanza sono firmati Lega e quando qualcuno lavora bene alla fine lo premiano. I leghisti hanno una politica semplice e mirata: vogliamo fare questo in questo modo, e lo fanno. C’hanno messo un po’ di anni per arrivare al federalismo fiscale, ma era l’unico modo, l’unica strategia giusta da adottare quella che hanno fatto loro. Prima le minacce di secessione del nord (e c’era anche gente che ha creduto), dopo altre mosse e lo scopo è stato raggiunto. A Bossi si deve riconoscere il fatto che ha un istinto politico straordinario, nessun altro sarebbe in grado di ottenere certe cose. Durante la trasmissione, un esponente della Lega ha detto in modo chiaro: non volgiamo la Turchia nell’Unione Europea ed ha argomentato, molto bene, perché. Concisi, precisi, concentrati su quello che vogliono ottenere e alla fine premiati. Bravi.
L’altra formazione premiata dagli elettori e l’Italia dei valori, ma non per la sua propositività, per le suo proposte. Soltanto perché nessun altro più sputa così bene su Berlusconi come loro e un po’ di gente c’è la ancora con il presidente del consiglio. Cavalcano cavallo che ancora riesce a vincere qualche gara. E in modo prepotente e da un buon dittatore Di Pietro annuncia che loro sono diventati, legittimati da queste elezioni, il punto di aggregazione degli partiti che vogliono fare un governo nuovo. Scusate, ma il 25% del PD mi sembra di più rispetto al 8% che hanno preso loro. Oppure anche la matematica è diventata un’opinione.