mercoledì, ottobre 26, 2011

Kart

Lavorare in ufficio è molto comodo; non soffri ne caldo ne freddo, anche se piove sei all'asciutto e te ne freghi. C'è la macchinetta per il caffè, ma anche con le bibite e addirittura, se ti viene un po' di fame ci sono anche le merendine. Ma stare seduti tutti i giorni, guardando per 8 ore nel monitor del computer non è il massimo per la salute. Soffre la schiena, i muscoli atrofizzano (la cosa più pesante che sposti è il tuo topo) e gli occhi cominciano a fare male, si stancano velocemente e ti servono anche gli occhiali. Perciò dopo l'ufficio ci vuole un po' di ricreazione, per mettere in salvo anche il corpo. Si va a palestra, a correre e robe di genere, che a me personalmente non piacciono. Non trovo per niente divertente correre, senza essere costretto a farlo, sulla strada u sul tapirulan, o come alcuni lo chiamano tapis. Sento troppa fatica, ci penso come mi fanno male le gambe e sento che il respiro ogni passo diventa più corto. Ma un po' di attività fisica ci vuole, su questo non ci sono dei dubbi.

L'unico modo per me per costringermi a muovermi è di trovare un piacere nel movimento e questo lo trovo quando gioco. Così la mia attività fisica principale è una partita di calcetto la domenica mattina. Là corro dietro la palla o dietro l'avversario, che succede più spesso visto che gioco primariamente in difesa, e sono concentrato su gioco e non penso alla fatica, allo sforzo che sto compiendo. Per essere sincero, la sento il giorno dopo. Le gambe fanno un po' male, ma dopo ogni partita la condizione fisica cresce e il dolore diminuisce. E in questo modo vado da anni, ma ultimamente ho scoperto un altro modo, più per divertirmi che per ricrearmi. Il kart.

La settimana scorsa un mio partner di lavoro ha organizzato una gara per i suoi collaboratori, noi 4. In effetti eravamo in 6, ma due non hanno gareggiato perché non si sentivano molto bene. Tutta la pista del kartodromo di Buccinasco per noi. Una qualifica di 11 giri e due gare, sempre di 11 giri. Era la mia seconda volta di guidare un mezzo di genere, una specie di giocatolo a prima vista; in effetti permette di giocare e di divertirsi. Prima volta su una pista outdoor a Jesolo, l'anno scorso. Eravamo in 8 e due volte sono arrivato ultimo, superato di due giri quasi da tutti; che delusione. Ma questa volta mi sono preparato. Ho visitato vari forum sul tema cercando di recuperare la mancanza di esperienza con un po' di istruzione avanzata.

Ci hanno dato le tute ed i caschi e ci hanno assegnato le macchinette. A me ha toccato un piccolo bolide con il numero 34. E siamo partiti. La pista è in cemento lisciato, molto diversa rispetto a quella outdoor che era in asfalto. Ho cercato di rispettare il principale consiglio trovato in rete: non guidare in derapata in quanto poco efficiente – i tempi a giro notevolmente crescono. E ho avuto conferma di questo. I primi giri non potevo aiutarmi e il kart sbandava dappertutto; troppo divertente per non farlo. Ma sula pista c'è il semaforo che mostra i tempi e me ne sono accorto che sono 5 secondi più lento rispetto ai miei avversari ed il mio orgoglio e prevalso sull'adrenalina e ho iniziato abbassare notevolmente i tempi ed il distacco da quelli che mi precedevano.

Allora, come è andata alla fine. Nella qualifica ero ultimo, nella prima gara sono arrivato il quarto (di noi quattro) e nella seconda sono riuscito a conservare lo stesso posto. Non ero proprio contento, ma qualche spunto per una moderata soddisfazione l'ho trovato. Non mi hanno mai doppiato e già questo era un notevole progresso rispetto all'anno precedente. Inoltre ho migliorato tra la prima e la seconda gara: ho diminuito il distacco dal primo da 40 al 30 secondi, praticamente sono riuscito a recuperare un secondo a giro. Modestamente contento, sperando in un miglioramento nel futuro. Visto che ho iniziato il post con le questione fisiche, devo dire che giorno dopo mi facevano male le braccia e la schiena.

domenica, maggio 22, 2011

Amsterdam

Sono uscito dall’ufficio un po’ prima del solito, verso le 3 di pomeriggio, prendendo qualche ora di recupero e ho preso il treno per Malpensa. Alle 9 di sera ero già ad Amsterdam; il mondo oggi è diventato piccolo e ci si arriva dappertutto in poche ore. Una volta si andava 2 giorni con il treno a vapore, dopo 4 giorni a cavallo e ultimo tratto a piedi. Ho affittato un appartamento in una tipica casa olandese, all’ultimo piano. Fokko, il proprietario, mi ha dato le chiavi e ha chiesto di lasciarle nella serratura quando me ne sarei andato via. Ovviamente, ha riscosso anche i soldi per l’affitto, 140 euro a notte. Un po’ caruccio, ma l’appartamento era molto bello, disegnato da un architetto, con 4 posti luce, le piastrelle di grande formato, la cucina a vista, il televisore ed un piccolo ma potente stereo che leggeva anche la chiavetta USB con gli MP3.

La prima sera ho deciso di non sforzarmi molto e così ho girato un nei dintorni e ho cenato in un ristorante Spagnolo. Avevo ancora le due serate ha disposizione e non volevo sparare tutte le cartucce già all’arrivo. Ho girato per due giorni su e giù, prevalentemente a piedi; il centro non è molto grande e da una parte ad altra ci si arriva in una trentina di minuti. Ne ho viste delle città d’Europa ed anche qualche di mondo, ma l’Amsterdam la trovo una delle più affascinanti. Numerosissimi canali e tanto verde, pochissimo traffico in quanto si va prevalentemente in bici (state attenti, i biciclisti sono più pericolosi degli automobilisti), l’architettura molto diversa di quello che troviamo in Italia, le vetrine con le prostitute, gli spettacoli di tutti i generi, i coffe shop dove uno si può tranqillamente fumare una sigaretta con l’erba, oppure qualcos’altro ed anche negozi dove ti vendono le cose che ti fanno fare dei viaggi con la testa. Non so se c’è qualche altro posto così bello e così anche diverso, con le cose che non si trovano negli altri posti.

Ovviamente ho visitato dettagliatamente la zona a luci rosse, con le ragazze molto carine nelle vetrine. Basta bussare, concordare il prezzo e la tenda sulla vetrina si chiude; l’azione è in corso. Ci sono anche le vetrine con le due ragazze e mi sembra che erano più gettonate dalle altre. Sulla periferia della zona ci sono anche le vetrine con la roba scadente, le nere e sudamericane vecchie e grasse. Sicuramente costano di meno e probabilmente c’è anche la clientela che va la non soltanto per risparmiare. Dopo aver passato un’oretta là, a uno viene voglia di vedere anche un po’ di azione e cosi sono finito in una Casa Rosso, una catena dei teatri (gli ho visti tanti) dove pagando tra 25 e 45 euro, dipende se si includono le bevande o meno, si può guardare lo strip-tease ed anche alla fine dello spettacolo un vero e proprio sesso dal vivo. Gli strip-tease erano molto carini e divertenti e le ragazze belle, brave ed eccitanti, mentre il live sex era un po’ tecnico: gli attori, ovviamente una femmina ed un maschio si giravo per far vedere meglio i dettagli al pubblico disposto su tre lati. Ma visto che prima volta partecipavo ad uno spettacolo hard dal vivo, non sono per niente rimasto deluso. Decisamente un bel modo per passare il tempo dopo ufficio.